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Messaggio dell’Arcivescovo Rocco Talucci alla città di Brindisi
03/09/2006 - 19:00:00 - a cura di Redazione
1° SALUTO Sono al settimo anno di ministero episcopale nella città di Brindisi e quindi al settimo appuntamento con la comunità cristiana Brindisina alla quale desidero rivolgere il mio messaggio annuale, nella ricorrenza dei Santi Patroni Teodoro D’AMASEA e Lorenzo DA BRINDISI, nel pieno della mia Visita Pastorale. Come Vescovo e Successore degli Apostoli sono sempre in Visita, cioè nella capacità di incontrare i fedeli come Padre e Pastore. Ma quest’anno registra una mia particolare Visita Pastorale, che dice la vicinanza diretta alle persone e alle comunità, con il Buon Pastore che vive col suo gregge, con le sue pecorelle che ama, guarda, nutre, indirizza alla fecondità del pascolo e alla sicurezza dell’ovile. Ho visitato così le nostre comunità parrocchiali, i nostri ammalati, i nostri ragazzi, i giovani, famiglie e anziani. Ho incontrato le vostre Istituzioni e i vostri Amministratori, le Circoscrizioni e il Consiglio Comunale, le Forze dell’Ordine e le Associazioni. In questo momento saluto, grato e fiducioso, tutte le Autorità presenti, in particolare S.E. il Prefetto che rappresenta lo Stato, il Signor Sindaco che impersona la città, e il Signor Presidente della Provincia che rappresenta il Circondario quasi coincidente con l’Arcidiocesi. 2° CONVEGNO VERONA Non esisto più per me, esisto per voi, vivo per voi, per parlarvi di Dio e del Vangelo di Gesù, per assicurarvi una vita spirituale nell’esperienza dei Sacramenti che sono incontri personali con Dio, per orientarvi sulla via dell’amore, della giustizia, della pace e così formarvi ad essere “ testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo”. Questa denominazione, che specifica l’identità dei cristiani autentici, sarà il tema di riflessione al grande Convegno Ecclesiale nazionale di Verona il prossimo ottobre. Sarà l’invito che i Vescovi italiani faranno ai fedeli d’Italia, ed è l’appello che io vostro Vescovo rivolgo a voi per essere nella nostra città testimoni, cioè cristiani che manifestano con convinzione e conoscenza l’appartenenza a Gesù Cristo in tutti gli ambiti della vita sociale ed ecclesiale. Cristiani testimoni nella vita affettiva e familiare, nell’esperienza del lavoro e della festa, come la Domenica, nelle responsabilità civili dei cittadini giusti ed onesti aperti al servizio e alla solidarietà, nel coraggio di affrontare le condizioni difficili derivanti dalla nostra fragilità come i limiti e le sofferenze. Ed infine testimoni che sanno raccontare agli altri, specie in famiglia, il Vangelo della speranza, che il Signore mette nelle nostre mani. È Lui il nostro Salvatore, è Lui il Risorto da morte che dà speranza, è Lui il Figlio che rende noi figli di Dio e quindi degni del suo amore e del suo perdono ed eredi della vita eterna, della gioia reale per noi, del Paradiso che è la vera nostra Patria dopo il Pellegrinaggio terreno, vissuto da stranieri, pur presenti e coinvolti nella storia dell’umanità, in cammino verso la Patria vera che dà senso alla vita. Di questo senso, di questa speranza noi cristiani dobbiamo essere testimoni nel mondo. Il mondo ha bisogno di questa speranza: non la speranza delle cose che passano, anche se da queste spesso si fa catturare nella contingenza delle giornate che scorrono, ma la speranza della vita che resta, di cui è garante soltanto Dio Creatore nostro, Creatore dell’Universo, del Cielo e della terra e di tutti gli uomini. Il Creatore è Padre e noi cristiani siamo figli, questa è la nostra speranza. 3° LA FAMIGLIA Il saluto che coinvolge tutti voi, senza distinzione di età, di sesso, di ruolo, di stato sociale è quello che io posso rivolgere alle famiglie, alle vostre famiglie. La famiglia, che è chiamata anche Chiesa domestica, Chiesa perché fondata sull’amore di Cristo, domestica perché fa di due o tre persone una comunità che si sceglie nell’unità di una casa, nella fedeltà di una condivisione, nella fecondità della procreazione e della natalità, nel cammino dell’educazione e della formazione, nella perseveranza della vita comune, nella speranza di ogni progresso e di ogni superamento, nella libertà di saper costruire e ricostruire. Saluto le vostre famiglie: i papà, le mamme, i figli, i nonni. Voi, voi soli, siete le famiglie, voi siete il luogo dell’amore e della vita, siete il luogo della speranza. Per il bene delle famiglie di Brindisi noi sogniamo con tutti i nostri Amministratori, di uno e dell’altro schieramento, la costruzione della nuova città, nuova se fondata su un nuovo umanesimo a servizio della persona e delle famiglie. Mai volere le cose per le cose, ma sempre per il bene della persona e delle famiglie. 4° IMPEGNI DELLA CITTA’ Sono per l’uomo i nuovi investimenti approvati e che accoglieremo con fiducia, e anche con gratitudine verso gli Amministratori di ogni livello e grado. Sono per l’uomo tutte le attenzioni che si stanno ponendo e le ricerche che si stanno facendo per la soluzione dei problemi più grossi che la città sta ancora affrontando. Sono per l’uomo le nuove facoltà universitarie che si stanno affacciando e affermando nella nostra città. Sono per l’uomo le iniziative per gli aiuti umanitari che da Brindisi, dalla Base ONU, partono per i paesi afflitti dalle povertà e dalle guerre. Da Brindisi sono partite anche due Ambulanze offerte dal Santo Padre. Da Brindisi sono partiti, e voglio benedirli, i nostri soldati del Reggimento S. Marco per il Libano. Che il Signore dia la pace nel martoriato Medio Oriente. Sia per l’uomo, cioè per la persona e per le famiglie, ogni programma di avviamento al lavoro a livello commerciale e industriale, ogni iniziativa ed ogni collaborazione per l’affermazione della legalità, ogni itinerario educativo nei programmi formativi della Scuola, ogni proposta mass-mediale maturata per la comunicazione sociale tramite tutte le Emittenti e tutte le Redazioni. In nessuno di questi itinerari venga offesa la persona e la famiglia. Da tutti i mezzi, pur nel rispetto delle opinioni e delle culture, ci sia il rispetto dell’uomo nella sua vocazione naturale prima ancora di quella cristiana. 5° VISIONE DELLA VITA Noi amiamo e difendiamo la libertà che è un grande dono di Dio. È grande dono la vita, ma la vita in libertà. La libertà è la facoltà delle scelte umane. Non siamo allora i contemplativi della libertà in quanto tale, ma i contemplativi della scelte che con responsabilità facciamo. Sono tante le scelte secondo le varie culture, ma penso che non esistono e non possono esistere scelte e culture che possano determinare danni alle persone e alle famiglie, pensieri che possano ipotizzare la morte e la violenza, che possano tagliare le ali a chi ha diritto di volare. Il relativismo di tante cose contingenti non può escludere la presenza di valori assoluti, espressioni di una verità fondamentale, riconosciuti da tutti, la cui caduta non può lasciar nessuno indifferente. La secolarizzazione, che in positivo valorizza le tante scelte temporali, non può trascurare la capacità e il desiderio naturale dell’uomo di superarsi e di trascendere se stesso e le cose per una speranza più grande che va “oltre”, verso gli orizzonti eterni. E quando noi cristiani veniamo in piazza per annunciare il Vangelo, come in questa grande festa, che vale non per i fuochi pirotecnici fantasmagorici, pur artistici, non per i concerti che pure appassionano, non per gli spettacoli che pure alimentano il senso del bello, ma per il messaggio e la speranza che i Santi, i nostri Santi, ci danno, è solo perché ci sentiamo in debito verso tutti gli uomini della speranza che viene da Cristo Risorto, perché vogliamo offrire il cammino della gioia che tutti ricerchiamo. Davanti alla scena ormai quotidiana che ci mostra che tutto passa, e penso alla vita perduta di tanti nostri giovani e mi fermo accanto al dolore delle rispettive famiglie che benedico di cuore – io vostro pastore devo gridare a tutti che se anche tutto passa del visibile e del contingente, non passa la nostra vita che è nelle mani di Dio. Gesù Cristo è il Buon Pastore che ci guida lungo i sentieri della vita, ci accoglie e ci introduce nel Regno di Dio dove non c’è più lutto e pianto ma gioia e sorriso. Siamo stati creati per vivere. Dio ci ha creato, Dio ci salva. Il Paradiso è la nostra Patria. Questa è la Speranza ultima che non delude. Questa speranza noi cristiani comunichiamo ad ogni uomo. 6° APPELLO AI GIOVANI Voi Giovani in particolare credete a questa speranza. La Chiesa, che avete conosciuto nella vostra iniziazione cristiana da ragazzi e da adolescenti, è la Madre che vi ama, che vi parla con verità, che vi presenta ideali di vita che vanno maturati. A volte voi non volete attendere, pensate che la Chiesa voglia costringere la vostra libertà, voglia impedirvi il divertimento, quasi che non comprenda le vostre esigenze. Non è così. A volte vi allontanate perché pensate che la Chiesa non tollera le vostre baldanze e scegliete coloro che sono più tolleranti e apparentemente benevoli. State certi che la Chiesa che sembra non tollerare quello che in realtà non è giusto e non è bello, è pronta a comprendervi e a perdonarvi quando la riprova dei fatti vi produce l’angoscia e la sofferenza mentre la parte di società che sembra tollerare tutto accarezzandovi indebitamente e ipocritamente nel momento critico e forse tragico, vi volta le spalle, vi giudica, spesso vi abbandona. Cari giovani valorizzate al meglio la vostra libertà per le migliori scelte. So che rischiate di rimanere soli a volte. Ecco che io invito tutti voi ad essere solidali nel bene e nel giusto, e invito anche le istituzioni, e in primo luogo la scuola, ad essere accanto con responsabilità educativa, in un tempo in cui si parla tanto di crisi educativa. Ma non serve parlarne se da una crisi accertata non ci si sa risollevare. In ottobre la visita pastorale mi porterà nelle vostre scuole, se sarà di vostro gradimento, per sostenere voi e i vostri educatori in un cammino formativo che farà di voi cittadini degni e cristiani forti per essere voi per primi costruttori di un mondo nuovo, ed anche, perché no, testimoni e apostoli di speranza in mezzo ai vostri coetanei. 7° IMPEGNI DELLA DIOCESI A fine mese di Agosto siamo convenuti a Collevalenza – Assisi per il nostro annuale Convegno Ecclesiale diocesano, per formulare le nuove linee pastorali, cioè il nuovo programma che segnerà il cammino della Chiesa Brindisina. Il tema è legato alle Vocazioni per la spiritualità e l’apostolato. La vita è una vocazione e in essa ci sono le varie vocazioni. L’idea della chiamata rende bella la vita: Dio che chiama a vivere con scopi ben precisi, e noi rispondiamo realizzando un progetto che ha un suo destino certo. Nella vita ci sono poi tante vocazioni, tante chiamate, che diventano altrettante ispirazioni e forti desideri che orientano nelle scelte di vita, ivi compresa quella professionale. Daremo la nostra attenzione a tre itinerari vocazionali: a quello matrimoniale che fa dell’uomo e della donna una famiglia come coniugi e come genitori; a quello della vita consacrata che fa dei chiamati i testimoni dell’amore di Dio nel mondo cristiano e nel mondo missionario; a quello sacerdotale che trasforma i giovani in apostoli del Signore. Queste vocazioni corrisposte producono spiritualità come santità di vita e apostolato come missione. Nella prossima primavera, a ricordo di questo cammino vocazionale - speriamo che il buon Dio ce lo conceda - inaugureremo il Nuovo Seminario. Sta sorgendo nel rione S. Chiara, e sarà soprattutto per i giovani, seminaristi ed altri, luogo di spiritualità e di cultura, luogo di stimolo e di speranza. Viene anche approvata l’elevazione a livello di Istituto Superiore la nostra Scuola di Teologia riconosciuta dalla Facoltà Teologica di Puglia. 8° RISPETTO DEL CREATO Ieri 1° Settembre per la prima volta è stata celebrata la “Giornata per la salvaguardia del creato”, scelta da noi Vescovi per riaffermare l’importanza della cosiddetta “questione ecologica” e la stessa difesa dell’ambiente. Il tema suggerito chiama tutti noi ad essere “custodi e coltivatori del creato”. Esorto tutti voi a lavorare in questa ottica per salvaguardare quella parte di creato che è il nostro Porto, nel rispetto dell’ambiente a cui è legata la vita dell’uomo. Siate concordi e collaborate voi cittadini e Istituzioni, Sindacati e Associazioni, Parlamentari e Amministratori, Imprenditori e Uomini di cultura, nella ricerca della soluzione più umana e unitaria, capace di produrre in una visione di chiarezza serenità civile, sviluppo vero, ambiente sano. Di questo ha bisogno la nostra città. Con settembre si concluderanno i lavori di ristrutturazione del nostro Carcere Giudiziario. Come vorrei fosse sempre vuoto. Almeno come struttura di accoglienza si presenta a misura d’uomo. Mi auguro che lo sia anche sotto l’aspetto rieducativo. Noi chiesa garantiamo una presenza religiosa e la presenza del Volontariato per significare una vicinanza sia ai detenuti che alle loro famiglie. Ma occorre un lavoro d’insieme perché l’atteso indulto, auspicato da Giovanni Paolo II non diventi solo un alleggerimento logistico, ma una speranza di vita nuova per coloro che forse sperano poco. 9° AUSPICI Fra un mese, il 7 ottobre, saremo come diocesi in Pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Cotrino in Latiano per presentare alla Madre nostra i frutti del Convegno che abbiamo vissuto e le nuove Linee pastorali che vogliono seguire. Ci auguriamo in questo anno di inaugurare, a nome dei brindisini, il solenne Monumento a S. Lorenzo. Non si tratta di una semplice statua di devozione, come queste che oggi veneriamo accanto a noi, e che sarà custodita in Chiesa. Si tratta invece di un monumento all’illustre cittadino di Brindisi, per il quale negli anni scorsi si lamentava la poca cura. Anche questo sarà affidato alla collaborazione saggia con l’Amministrazione senza mai disturbare nulla e nessuno e sempre per il lustro della città. Mi consentirete di concludere questo messaggio che affido ai vostri cuori, con una nota apparentemente personale. Dopodomani compirò, a Dio piacendo, 70 anni. Sono ormai un vecchio Vescovo. Questo vecchio Vescovo sinceramente vi ama e vi parla con amore e con amore di padre vi benedice di cuore. Dato a Brindisi 2 settembre 2006, Solennità dei Santi Patroni Teodoro D’Amasea e Lorenzo da Brindisi. + Rocco Talucci Arcivescovo di Brindisi-Ostuni
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