08/09/2006 - 07:20:00 -
a cura di Redazione
Sulla notte di paura verificatasi a Mesagne in seguito all’incendio di un ex conservificio, da cui si è sprigionata una nube nauseabonda i cui effetti si sono sentiti sulla città anche dopo diverse ore, è stata aperta una inchiesta da parte della magistratura brindisina. Le indagini sono state affidate ai carabinieri di Mesagne per primi accorsi sul luogo del rogo.
Due i moventi che gli investigatori stanno valutando in queste ore. Il primo è quello legato ad un atto intimidatorio perpetrato ai danni del proprietario, il mesagnese Francesco Librato, alias Chinu Lu Vasciu, imprenditore agricolo da alcuni anni in pensione mentre il secondo privilegia la pista dell’atto vandalico.
In ambedue i casi la domanda che ci si pone è: “Perché?”. Dalla corretta risposta si potrà comprendere il motivo del gesto incendiario portato a termine dagli ignoti piromani.
L’episodio si è verificato poco prima dell’una di giovedì nell’ex conservificio Pam collocato sulla via provinciale che collega Mesagne a Tuturano.
Qui ignoti individui, dopo aver scavalcato il cancello di ingresso, sono penetrati all’interno del piazzale ed hanno appiccato il fuoco ad alcune cataste di pedane poste all’esterno, ad alcuni cartoni ed altro materiale altamente infiammabile all’interno di due capannoni e sotto ad un’autovettura posteggiata davanti alla palazzina degli uffici.
Le fiamme in pochi minuti hanno distrutto gran parte della struttura i cui danni non sono coperti da assicurazione. Sul posto sono intervenute tre autobotti dei vigili del fuoco, che hanno fatto la spola per rifornirsi di acqua, ed i carabinieri. I vigili del fuoco hanno lavorato parecchie ore contro le fiamme alte oltre quindici metri. Nel piazzale dell’opificio era presente lo stesso proprietario che non è riuscito a dare una spiegazione al gesto incendiario.
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