12/09/2006 - 11:00:00 -
a cura di Redazione
A mezzanotte tenta di uccidere a coltellate pizzaiolo ostunese. All'alba finisce in manette.
È mezzanotte. Le due centrali operative del Commissariato di PS di Ostuni e della Compagnia Carabinieri di Fasano ricevono su 113 e 112 un'urgente richiesta di intervento per un accoltellamento avvenuto all'interno della pizzeria Il pozzo dei desideri di Ostuni, via Cattedrale.
La segnalazione è anonima ma il tenore della conversazione fa intendere che non c'è tempo da perdere; così giungono sul posto alcune Volanti del Commissariato e Gazzelle dell'Arma di Ostuni e di Fasano: all'interno del ristorante, due individui si erano presentati alcuni minuti prima - e dopo un breve litigio con "Tonino il Pizzaiolo" (Antonio Baiano, trentottenne di Pozzuoli) - uno di loro aveva estratto un coltello dalla tasca trafiggendo per ben tre volte il malcapitato sia alla spalla che alla schiena.
Solo la pronta reazione della vittima aveva forse evitato la recisione di arterie importanti o il trafiggimento del polmone.
L'uomo è fortunato: in ospedale suturano le sue ferite coi punti, con una prognosi iniziale di 15 gg.
Nel frattempo gli organi inquirenti, dopo pochi attimi per coordinare le ricerche, iniziano le indagini fianco a fianco, battendo palmo a palmo la Città Bianca alla ricerca di indizi, confidenze ed elementi utili a risolvere il caso.
Sono quasi le due quando una pattuglia dell'Arma blocca in centro un uomo, il volto tumefatto da una recente colluttazione. La sua maglia è perfettamente pulita ma nei pantaloni sono ben visibili gocce di sangue fresco.
Nel frattempo, presso il Commissariato di PS, gli Agenti hanno in custodia suo figlio diciassettenne, anch'egli gravemente indiziato per il ferimento di qualche ora prima.
Le ricerche non risparmiano il tratto costiero, la periferia della città, e perfino i cassonetti per la raccolta dei rifiuti vengono ispezionati alla ricerca di indizi: proprio uno di questi restituirà a Carabinieri e Polizia una maglia bianca intrisa di sangue rappreso. Il sangue della vittima.
Il cerchio si stringe attorno ai due: sulla spiaggia di Gorgognolo, intanto, gli investigatori sequestrano un coltello a serramanico, che poi sarà riconosciuto dai testimoni come quello conficcato nel corpo di Baiano.
Sono le tre di notte: A.F. (ostunese di 38 anni) ed il figlio diciassettenne L.F., vengono dichiarati in stato d'arresto per concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma bianca. Per distrarre le indagini avevano entrambi tentato "invano" di cambiarsi d'abito.
Per l'uomo si aprono le porte del carcere di Brindisi, mentre il giovane viene affidato alla madre, ma in regime di arresti domiciliari.
Coordinano le indagini la Procura di Brindisi e quella per i Minorenni di Lecce. Decisivi per il processo saranno gli esami del DNA tratto dal sangue e le impronte digitali presenti sul coltello in sequestro.
Oltre al prezioso contributo dei cittadini-testimoni, vero protagonista di questo successo investigativo è stato il coordinamento tra le due Forze di Polizia in campo: la Polizia di Stato e l'Arma dei Carabinieri, guidate dal dott. Eliseo Nicolì e dal Tenente Filippo Vanni.
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