24/09/2006 - 10:50:00 -
a cura di Redazione
E’ entrata nel vivo la vendemmia 2006 con i viticoltori impegnati a tagliare le uve di Malvasia e Negramaro e portarle negli stabilimenti vinicoli per la relativa trasformazione in vino. Una annata che si presenta qualitativamente buona, con un giusto rapporto quantitativo per ettaro, che permette di ottenere una gradazione zuccherina ideale per un prodotto dalle caratteristiche eccellenti.
Tra le tante aziende in attività c’è anche la Cantina della Riforma Fondiaria di Mesagne che con i suoi mille soci produce oltre 100 mila quintali di vino.
Da diversi lustri a dirigere il consiglio di amministrazione c’è il presidente Umberto Maizza il quale ha trasformato il volto della Cantina lanciandola sul mercato globale con credenziali di tutto rispetto.
“La vendemmia si presenta qualitativamente buona con rese per ettaro modeste. – spiega il presidente Umberto Maizza - Ma questo è un fatto positivo perché tale fattore incide sulla qualità dell’uva. I tempi sono buoni quindi abbiamo motivo di credere che la qualità migliorerà ancora nei prossimi giorni e ci permetterà di ottenere dei vini di ottima qualità”.
Il corpo sociale vi segue in questa ristrutturazione culturale delle coscienze vinicole?
“Il nostro è un corpo sociale invecchiato a cui bisogna dare sforzi positivi in tempi brevi. Essi hanno superficie viticole ridottissime che comportano costi di produzione notevoli che li demotiva. Se noi amministratori non ci impegniamo a dare risultati soddisfacenti, remunerando le uve con valori più alti degli attuali, questi sforzi saranno stati vani. Tuttavia, la Cantina sta compiendo passi finanziari importanti avendo al fianco il corpo sociale compatto. Oggi, infatti, notiamo un livello di attenzione da parte dei soci abbastanza elevato confronto al passato”.
La Cantina ha lanciato, in collaborazione con il Consorzio di Difesa delle Produzioni intensive di Brindisi e con l’assessorato alle Attività produttive del Comune di Mesagne, il “Progetto qualità”. Cosa significa per la Cantina tale strumento tecnico.
“Stiamo cercando di impostare nella cantina un miglioramento generalizzato della qualità delle uve conferite attraverso un’operazione che si chiama “Progetto qualità” al quale ogni anno partecipano numerosi soci i quali sono seguiti dai tecnici specializzati durante le varie fasi colturali del vitigno. Dalla potatura alla concimazione, dalla sarchiatura ai trattamenti fitosanitari che tendono ad ottenere un miglioramento complessivo dell’uva conferita. Tra qualche anno contiamo di far partecipare tutti i soci al “Progetto qualità”. Perché solo se miglioriamo qualitativamente l’uva dell’intero corpo sociale miglioreremo tutto il vino di nostra produzione. Oggi il mercato vinicolo si è talmente evoluto da essere molto selettivo nella scelta delle produzioni. Se un vino è di qualità si può vendere a prezzi, più o meno, remunerativi. Se il vino è scadente è destinato a finire nelle distillerie. Almeno fino a quando ci sarà tale beneficio”.
Come vede il futuro?
“Noi contiamo di allargare la nostra posizione aziendale acquisendo nuovi segmenti di mercato nazionale e internazionale. Tutto questo si può fare producendo vini di qualità e migliorando l’immagine aziendale partecipando a mostre, concorsi e manifestazioni che possono dare ampia gratificazione alle nostre produzioni. Infine, tra poche settimane avremo altre linee di prodotti vinicoli eccellenti che sicuramente accoglieranno i favori del mercato”.
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