20/07/2006 - 09:45:00 -
a cura di Redazione
Nell’ambito del programma “Brindisi d’Estate”, domani, venerdì 21 luglio, alle ore 20, nel Chiostro dell’Archivio di Stato (Piazza Santa Teresa), avrà luogo il terzo appuntamento della rassegna “Incontri con l’autore”. Ospite della serata sarà Pèter Esterhàzy.
Esterhàzy ha al proprio attivo numerosi romanzi: in Italia sono stati pubblicati da Garzanti “La costruzione del nulla” (1992), ma è con “Harmonia Caelestis” che ha riscosso un grandissimo successo internazionale. L’autore è il discendente dei principi Esterhàzy d’Ungheria, famiglia di aristocratici vicini ad imperatori e re. Nel 1999, ultimata la stesura di “Harmonia Caelestis”, Pèter Esterhàzy chiede di poter accedere a documenti segreti per sapere se, tra gli anni ’60 ed ’80, i sevizi ungheresi l’abbiano mai sorvegliato. Con agghiacciante sbalordimento, trova quattro fitti e densi dossier che gli rivelano una verità sconvolgente. Riconosce subito la calligrafia: sono scritti da suo padre. Con “Harmonia Caelestis” vince il premio ungherese per la letteratura e il Premio Sàndor Màrai.
All’incontro parteciperanno, in qualità di relatori, il sindaco di Brindisi, on. Domenico Mennitti ed il professor Ettore Catalano, Ordinario di Letteratura dell’Università di Bari.
IL LIBRO (Grinzane Cavour per la narrativa straniera 2004):
Gli Esterházy, una delle più importanti famiglie aristocratiche d’Europa, si sono radicati attraverso i secoli nella storia ungherese e asburgica. Si tratta, quindi, di una storia europea e, infatti, Harmonia Cælestis, questo monumentale “romanzo familiare”, è stato salutato alla sua apparizione come un’“epopea nazionale”. La prima parte del romanzo è strutturata come un puzzle, una cornucopia di leggende, cronache, miti ed episodi, un mosaico di testi, risalenti al sedicesimo secolo, in cui campeggia sempre la figura di un unico “padre”. Una saga familiare diventa il perno di una storia dell’umanità o, più esattamente, di quella nobiltà, non solo mitteleuropea, che viaggiava, studiava, stabiliva innumerevoli relazioni e si sentiva ovunque a casa propria. Di volta in volta, il “padre” è don Giovanni e buono a nulla, magnate ed erudito, vescovo e costruttore edile, pazzo e tiranno, ambasciatore e primo ministro: un passepartout per il tutto, illimitato e inesauribile come il potere della famiglia nel corso della storia. La seconda parte racconta la vita di una famiglia aristocratica nel ventesimo secolo sotto la dittatura, dalla repubblica dei Soviet del 1919 fino ai tempi più recenti. È una storia di espropriazione, sradicamento, impoverimento: la storia di una famiglia di fronte al niente. Tra questi due poli, il tutto e il niente, si muove il destino degli Esterházy.
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