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Un poeta nella Mesagne del Seicento. Le vicende storico-culturali e la figura di Gian Francesco Maia Materdona
05/06/2006 - 20:50:00 - a cura di Redazione
“Un poeta nella Mesagne del Seicento. Le vicende storico-culturali e la figura di Gian Francesco Maia Materdona” è il titolo del volume pubblicato dagli studenti delle classi II e IIIC della scuola secondaria di I grado G.F. Maia Materdona diretta dalla professoressa Maria Santina Faggiano Semeraro chesarà presentato giovedì 8 giugno alle ore 19 nell'auditoirum del castello Normanno Svevo. Determinante il contributo fornito dal professore Luigi Greco, docente di filosofia,nell’introduzione al lavoro dei ragazzi afferma: “Il ricco repertorio di opere su Mesagne si arricchisce ulteriormente con la messa a stampa di questo volume riguardante in primo luogo la figura del poeta Gianfrancesco Maia Materdona, singolare personaggio rappresentativo di un’epoca storica caratterizzata dall’affermarsi di nuovi linguaggi espressivi e sperimentalismi linguistici giocati sul filo della reinvenzione barocca di matrice seicentesca. E’ notevole l’apparato storico-critico in questo lavoro di scavo e di ricerca che focalizza la realtà di una cittadina di provincia come Mesagne alle prese, nel secolo della rifeudalizzazione, dei forti contrasti tra i casati dominanti e le rappresentanze municipali e il clero, con problemi di non facile soluzione inquadrati nella difficile congiuntura delle guerre di religione scoppiate in Europa nel Cinquecento, in seguito alla riforma luterana, e conclusesi nel Seicento con la guerra dei Trent’Anni. I docenti curatori di quest’opera ci offrono in modo perfettamente equilibrato, cioè in due distinti momenti di analisi e di sintesi, un preciso spaccato della società mesagnese nel lasso di tempo in cui si inquadra l’opera di Maia Materdona e la produzione di questo artista dal respiro lungo che consente di cogliere al di fuori e al di sopra degli stereotipi interpretativi di consumate visioni archetipe l’effettivo modo di intendere e fare poesia nell’età successiva al Rinascimento.” Nella prima parte si fa opera di ricostruzione storica e di recupero di memoria su momenti e figure importanti che hanno solcato le vicende mesagnesi a cavallo dei secoli XVI e XVII. “Feudatari, sindaci, rappresentati del clero, figure di intellettuali, la vita economica e sociale, costituiscono un unico grande intreccio di situazioni analizzate attraverso il filtro dei più aggiornati criteri di valutazione collegati alla visione della storia come momento topico di storia totale, dove nessun aspetto è trascurato e ogni cosa è considerata nel suo legame con il contesto generale da cui trae origine e trova convincenti spiegazioni.” Nella seconda parte si analizza in modo approfondito la figura e l’opera di Maia Materdona, il suo ingegno, il suo marinismo, il linguaggio metaforico. “Il Seicento è dominato dalle accademie letterarie e l’argutezza e la meraviglia diventano gli archetipi dei nuovi moduli espressivi tesi a cercare plauso e consenso. Maia Materdona si lascia apprezzare nella capitale del Viceregno per le sue non comuni doti di poeta. La metafora barocca calca la scena, sia pure debolmente collegata alle tensioni conoscitive proprie dell’età di Galileo Galilei e di Renato Cartesio. La poesia barocca è espressione di un razionalismo debole, intriso di un linguaggio ambiguo e per questo lontano dalla precisione di quello spirito di geometria reclamato dalle moderne categorie filosofiche antiaristoteliche e antimetafisiche. E’ il regno delle apparenze, delle parvenze effimere, delle multiformi ambiguità di situazioni, figure e prospettive a calcare la scena. Maia Materdona è il poeta che entra ed esce da questo mondo effimero eppure perfettamente in sintonia con la sua epoca. La sua crisi mistica lo porterà a distruggere una parte cospicua della sua opera e a privarci di quei necessari elementi di valutazione della sua produzione letteraria.” E’ evidente d’altra parte , l’attualità del nostro poeta, spirito sensibile e inquieto fino all’incontro definitivo con la fede, in un epoca di fermenti e la sua grande capacità di comunicare sentimenti e valori perenni. Luigi Greco conclude affermando “ Questo libro consente di guardare in modo diverso la città di Mesagne rispetto al suo vasto patrimonio rappresentato dalle varie manifestazioni architettoniche di cui è particolarmente ricco il centro storico. E’ sicuramente uno strumento utile di conoscenza finalizzato anche ad un modello di attività didattica collegato al territorio, alle sue risorse, alle sue dinamiche sociali e culturali.”I ragazzi sono stati coordinati dalle docenti Rosalba Diviggiano, Carmela Fina, Rita Malvindi , Angela Caroli e Fiorella Rubino. Ha collaborato al progetto il prof. Enzo Poci, che ha offerto un prezioso contributo nel lavoro di ricerca delle fonti documentarie e la bibliotecaria, Lucia Maggiore, per l’allestimento della mostra.
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