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GIORNATA NAZIONALE DEL POMODORO ITALIANO: LA PUGLIA IN PRIMA FILA CONTRO LE SOFISTICAZIONI
15/06/2006 - 07:50:00 - a cura di Terry De Pedro
I ‘falsari del Made in Italy’ non fanno sconti all’agroalimentare pugliese di qualità e il pomodoro è uno dei prodotti maggiormente colpiti. La sola provincia di Foggia è leader nel comparto con 3.500 produttori che nel 2005 hanno coltivato una superficie di 26 mila ettari, per una produzione di 22 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 175.000.000 euro. Dati ragguardevoli se confrontati al resto d’Italia con i suoi 55 milioni di quintali di produzione e i 95mila ettari di superficie investita: il 40 percento del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata. A completare il quadro è da precisare che pur essendo investiti a pomodoro 32mila ettari di superficie in Puglia, la maggior parte degli stabilimenti della trasformazione – in totale 223 – sono fuori regione, in particolare, 134 in Campania e 32 in Emilia Romagna. E’ evidente, dunque, il danno arrecato alle imprese agricole pugliesi e alle produzioni tipiche e di qualità regionali dalle 82.000 tonnellate di concentrato di pomodoro provenienti dalla Cina per produrre salse "italiane". Un esempio per tutti: Il Ghana importa dall’Italia 28 milioni di chili di derivati del pomodoro ottenuti per la quasi totalità da coltivazioni cinesi che vengono solamente rilavorate e confezionate in Italia per essere esportate come falso ‘Made in Italy’ con danno all’immagine italiana e all’agricoltura locale del Paese africano. Nel dettaglio le importazioni italiane di semilavorato di pomodoro sono pari a 90mila tonnellate, mentre le esportazioni sono pari a circa 160mila tonnellate e sono indirizzate principalmente verso i Paesi europei. Per questo la Coldiretti ha organizzato la ‘Giornata Nazionale del Pomodoro Italiano’ per festeggiare l’entrata in vigore, domani 15 giugno 2006, del Decreto ministeriale dello scorso febbraio relativo all’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine della passata di pomodoro. Un risultato ottenuto grazie alla sforzo profuso dalla Coldiretti, iniziato con il proporre e far approvare la legge quadro n. 204 del 2004 sull’etichettatura di tutti i prodotti agroalimentari. “Dobbiamo impedire – ha denunciato il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, nella corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa - che parte dei 100 milioni di chili di pomodoro che sono arrivati in Italia dalla Cina nel 2005, sulla base delle norme comunitarie sul “traffico di perfezionamento attivo”, finiscano impropriamente con un "trucco" sulle tavole dei consumatori in Italia e all’estero. Gli industriali sono ovviamente liberi di vendere quello che ritengono opportuno, l’importante è che indichino chiaramente in etichetta quello che offrono ai consumatori”. Sono proprio le alterazioni del mercato ad aver peggiorato nel 2005 una campagna del pomodoro che già registrava difficoltà per la mancata applicazione dei contratti da parte delle industrie di trasformazione e che originarono anche gravi problemi di ordine pubblico. “E’ importante – ha commentato il Presidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe – esaltare il nostro prodotto locale, il nostro “oro rosso”, che dà lavoro e aggiunge reddito alla nostra economia, soprattutto in zone come la Daunia. Ho sottoscritto anch’io quella petizione popolare e sono contento del fatto che sia diventata legge. Ora bisognerà far sapere a tutti che questa legge esiste per garantire e tutelare al meglio i consumatori”. Così come “dobbiamo fare in modo – ha incalzato il Direttore della Coldiretti Puglia, Giuseppe Brillante - che la legge nazionale che entrerà in vigore domani sia realmente rispettata per garantire al contempo un giusto reddito ai nostri imprenditori agricoli e sicurezza alimentare ai cittadini consumatori. Le Istituzioni locali devono contribuire a rendere operativa la legge. Per questo la Coldiretti Puglia ha già inviato ai Direttori delle ASL di Puglia e all’Ufficio Scolastico regionale una lettera con cui chiediamo che nelle mense scolastiche e degli ospedali sia previsto l’obbligo di utilizzare esclusivamente passata di pomodoro italiana e prioritariamente prodotti agroalimentari rigorosamente locali”. Il nuovo provvedimento stabilisce, infatti, che sulle etichette venga obbligatoriamente indicata “la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato” e completa la precedente normativa che prevede che la vera passata Made in Italy debba essere ottenuta solo direttamente da pomodoro fresco con l'eventuale aggiunta di spezie, erbe, piante aromatiche e sale, ma con una presenza di bucce e semi non superiore al 4% del prodotto finito. Un rischio che proviene soprattutto dalla Cina che ha esportato in Italia ben cento milioni di chili di concentrato nel 2005 destinato a essere “mischiato” con quello italiano e che, secondo l’accusa lanciata dal gruppo Human Rights utilizza per la coltivazione anche detenuti costretti ai lavori forzati dal sistema carcerario paramilitare del Xinjiang. Con la nuova normativa si stringono le maglie della legislazione a tutela del mercato nei confronti di truffe, contraffazioni ma anche da problemi per la salute perché si tratta di un prodotto trasportato per migliaia di chilometri da un Paese con regole sanitarie profondamente diverse da quelle italiane.
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