20/02/2007 - 07:30:00 -
a cura di Tranquillino Cavallo
Una volta a Mesagne c'era il Carnevale. Non è un titolo di un film ma una situazione sociale che ormai la città vive da un quinquennio. La festività del Carnevale, che serviva a rallegarre i bimbi ma anche i meno giovani per qualche giorno, sembra non risiedere più in città. Pochissimi i veglioncini dove poter portare i piccoli a divertirsi e nessuna iniziativa pubblica. Da quando è stato soppresso il "Carnevale mesagnese", in cui si allestivano carri allegorici e vi erano circa un migliaio di figuranti in costume, la città sembra essere piombata in una sorta di apatia sociale cancellando, di fatto, la festività del Carnevale dal suo calendario. Eppure ci sono realtà a noi vicine, vedi ad esempio San Pietro, dove la festività del Carnevale è un appuntamento lungo diversi secoli.
Sarà stato per colpa delle problematiche quotidiane della città che hanno distratto i nostri amministratori dal promuovere varie iniziative pubbliche o forse sarà che questa festa è divenuta così frivola da volerla eliminare completamente dal calendario o forse per chissa quale altro motivo ma di fatto a Mesagne il Carnevale è morto. Inutile addossare colpe. Serve solo una attenta analisi da parte di ogni cittadino, politico o non che sia, per guardare con speranza al prossimo anno quando si potrebbe cercare di regalare, a grandi e piccoli, alcune giornate di gioia. Far morire la propria storia, fatta di tradizioni e radici contadine, è come cancellare la memoria di un popolo.
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