13/03/2007 - 07:11:00 -
a cura di Redazione
E’ stato un premio annunciato quello ricevuto dal poeta, scrittore e regista teatrale Cosimo Vincenzo Morleo di Erchie, in occasione della settima edizione del Concorso Letterario Internazionale “Giovi Città di Salerno”. L’autore si è aggiudicato il primo posto assoluto per la sua corposa opera, 840 pagine, costituita da due tomi, dal titolo “La nonna fila e racconta…” (Erchie 1849 -1970). Non poteva essere altrimenti, dopo le numerose critiche e recensioni che ne esaltavano il merito, la validità ed il grande patrimonio storico e culturale che l’autore ha raccolto in anni e anni di ricerche, prove documentali ed interviste fra i ceti più disparati del proprio territorio. Un’opera, la sua, che rispecchia ed identifica tutto il Salento e ci rende orgogliosi delle nostre radici. “Un lavoro encomiabile, di notevole spessore culturale, che racchiude una completezza unica nel suo genere, fatto di indovinelli, proverbi, stornelli, cunti, nenie eccetera. – ha spiegato Morleo, il quale aggiunge: “Il filo narrativo è un cerchio magico che si chiude con grande maestria, lasciando al lettore il “gusto” di una favola de “Le mille e una notte”; così è stato commentato, durante la cerimonia di premiazione, il libro dell’autore.
Cosimo Vincenzo Morleo ha pubblicato in passato altri lavori non meno importanti come “Erchie dalle origini ad oggi” (1993) e “Gli eroi ercolani caduti in guerra” (1997). Quest’ultima fatica letteraria, però, costituisce, per l’autore, l’opera “omnia” e rimane, senza ombra di dubbio, una pietra miliare per le future generazioni. Non poteva avere rivali il libro dello scrittore Morleo, alla Kermesse letteraria di Salerno, non a caso, la giuria del Concorso ha così motivato il premio, letto e sottoscritto dalla professoressa Eva Avossa (Presidente): «I due tomi de La nonna fila e racconta… (Erchie 1849 – 1970) ripercorrono con estrema puntualità, la storia di una comunità dialettale che si racconta attraverso la voce di un aedo attento e appassionato. Il valore letterario dell’operazione va individuato nella sua naturale narratività, nel senso specifico di un racconto che, come in un rinnovato Cunto de li cunti, si sbroglia della matassa delle memoria e dell’amore. Un romanzo che lascia il lettore col fiato sospeso, lasciandolo sulla soglia di un’attesa che non ha mai fine».
Foto: a destra il poeta Vincenzo Morleo.
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